Storia
L’Abbazia venne fondata nel 1040 da Riprando, vescovo di Novara, unitamente ai suoi fratelli Conti di Biandrate, secondo la tradizione sui resti di un precedente monastero, in una posizione strategica lungo la "via Regis", nei pressi di un guado del fiume Sesia. Riprando l'affidò ai monaci benedettini riservando per sé e la sua famiglia il diritto di decima.
A partire dal XIII secolo venne fortificata per difendersi dalle sanguinose lotte fra Novara, Vercelli e Milano.
La vita all'interno dell'Abbazia scorre tra un'alternanza di lotte, saccheggi e momenti di tregua fino al 1492, quando venne designato abate, con bolla pontificia, Antonio Barbavara. Durante la sua lunga reggenza (fino al 1567) vengono compiute grandi migliorie sia dal punto di vista patrimoniale che di organizzazione agricolo-comunitaria, introducendo nuove colture e bonificando i terreni circostanti.
L’Abbazia fu quasi completamente ricostruita e fortificata: venne conservata quasi integralmente la planimetria precedente, ma il complesso venne caratterizzato da linee tardo gotiche quattrocentesche. In stile romanico sono l'alta torre campanaria e il quadriportico che non vennero intaccati dai lavori di ricostruzione.
I secoli trascorsero tra momenti di splendore e decadenza fino a che la Repubblica Cisalpina, nel 1801, confiscò i beni abbaziali, che furono in seguito venduti a privati e adibiti a locali di deposito agricolo, portandoli ad uno spaventoso degrado.
Solo verso la metà del XX secolo, grazie a importanti opere di restauro, l'Abbazia riprese il suo originale splendore.
La chiesa costruita nel XV secolo è un esempio di architettura gotico-lombarda. Dell'antica costruzione romanica rimangono la torre campanaria e l'atrio disposto su due piani con nartece incorporato, il cui muro esterno presenta un bel fregio di archetti che racchiudono un motivo a raggiera ottenuto con mattoni.
La facciata a capanna è caratterizzata da ampie fasce di rilievi in cotto a soggetto geometrico e vegetale e presenta un portale ogivale ed un tipico rosone gotico piemontese (dalla piccola luce e dall'ampia fascia decorativa in cotto); è preceduta da due ali (la terza è andata perduta) di edifici a due piani, con un portico aperto al piano terreno e con locali illuminati da bifore al primo piano. Finestre più piccole si aprono sui lati esterni dell'edificio. Il paramento murario, a differenza di quello della chiesa, è costituito in gran parte da ciottoli di fiume. Un elegante fregio ad archetti trilobati intrecciati corona i muri della chiesa
L'interno è a tre navate con volte a crociera costolonate. Sulla parete della navata destra si possono ammirare due affreschi quattrocenteschi. Uno, datato 1480 ed attribuito a Giovanni Antonio Merli, venne commissionato dall'Abate Antonio Barbavara e raffigura San Nazzaro a cavallo fra Santa Caterina e San Rocco (a sinistra dell’osservatore) e San Celso con un martire a destra. Nell'altro affresco Madonna in trono con Bambino con ai lati angeli musicanti, inseriti in un' insolita struttura architettonica fra San Sebastiano a sinistra e Sant'Agata a destra.
Il chiostro quattrocentesco, di forma quadrangolare, ha grandi arcate con volte a crociera sostenute da pilastri e da colonne in cotto con capitelli cubici a spigoli smussati. Recentemente sono stati restaurati gli affreschi quattrocenteschi sulle pareti del chiostro, che "raccontano" episodi della vita di San Benedetto.
A fianco della chiesa si innalza il campanile romanico (1055-1075), una massiccia costruzione a pianta quadrata, la cui muratura è in ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, intercalati da mattoni collocati orizzontalmente. La struttura è alleggerita da monofore e coronata da una cella campanaria aggiunta in seguito.
Autostrada A4, uscita Biandrate, e da qui seguire le indicazioni per San Nazzaro Sesia (circa 4 Km).
L’Abbazia si trova al centro del paese.