domenica 29 aprile 2007

Abbazia di San Nazzaro Sesia (Novara)

Abbazia dei Santi Nazzaro e Celso (San Nazzaro Sesia – Novara)



L'Abbazia benedettina dedicata ai Santi Nazzaro e Celso è uno dei complessi abbaziali più significativi del nord Italia; una cerchia di mura con torrette angolari circolari racchiude questo scorcio di medioevo tra le risaie con campanile romanico, chiostro affrescato e mura con fossato.

Storia
L’Abbazia venne fondata nel 1040 da Riprando, vescovo di Novara, unitamente ai suoi fratelli Conti di Biandrate, secondo la tradizione sui resti di un precedente monastero, in una posizione strategica lungo la "via Regis", nei pressi di un guado del fiume Sesia. Riprando l'affidò ai monaci benedettini riservando per sé e la sua famiglia il diritto di decima.
A partire dal XIII secolo venne fortificata per difendersi dalle sanguinose lotte fra Novara, Vercelli e Milano.
La vita all'interno dell'Abbazia scorre tra un'alternanza di lotte, saccheggi e momenti di tregua fino al 1492, quando venne designato abate, con bolla pontificia, Antonio Barbavara. Durante la sua lunga reggenza (fino al 1567) vengono compiute grandi migliorie sia dal punto di vista patrimoniale che di organizzazione agricolo-comunitaria, introducendo nuove colture e bonificando i terreni circostanti.
L’Abbazia fu quasi completamente ricostruita e fortificata: venne conservata quasi integralmente la planimetria precedente, ma il complesso venne caratterizzato da linee tardo gotiche quattrocentesche. In stile romanico sono l'alta torre campanaria e il quadriportico che non vennero intaccati dai lavori di ricostruzione.
I secoli trascorsero tra momenti di splendore e decadenza fino a che la Repubblica Cisalpina, nel 1801, confiscò i beni abbaziali, che furono in seguito venduti a privati e adibiti a locali di deposito agricolo, portandoli ad uno spaventoso degrado.
Solo verso la metà del XX secolo, grazie a importanti opere di restauro, l'Abbazia riprese il suo originale splendore.

Descrizione
La chiesa costruita nel XV secolo è un esempio di architettura gotico-lombarda. Dell'antica costruzione romanica rimangono la torre campanaria e l'atrio disposto su due piani con nartece incorporato, il cui muro esterno presenta un bel fregio di archetti che racchiudono un motivo a raggiera ottenuto con mattoni.
La facciata a capanna è caratterizzata da ampie fasce di rilievi in cotto a soggetto geometrico e vegetale e presenta un portale ogivale ed un tipico rosone gotico piemontese (dalla piccola luce e dall'ampia fascia decorativa in cotto); è preceduta da due ali (la terza è andata perduta) di edifici a due piani, con un portico aperto al piano terreno e con locali illuminati da bifore al primo piano. Finestre più piccole si aprono sui lati esterni dell'edificio. Il paramento murario, a differenza di quello della chiesa, è costituito in gran parte da ciottoli di fiume. Un elegante fregio ad archetti trilobati intrecciati corona i muri della chiesa
L'interno è a tre navate con volte a crociera costolonate. Sulla parete della navata destra si possono ammirare due affreschi quattrocenteschi. Uno, datato 1480 ed attribuito a Giovanni Antonio Merli, venne commissionato dall'Abate Antonio Barbavara e raffigura San Nazzaro a cavallo fra Santa Caterina e San Rocco (a sinistra dell’osservatore) e San Celso con un martire a destra. Nell'altro affresco Madonna in trono con Bambino con ai lati angeli musicanti, inseriti in un' insolita struttura architettonica fra San Sebastiano a sinistra e Sant'Agata a destra.
Il chiostro quattrocentesco, di forma quadrangolare, ha grandi arcate con volte a crociera sostenute da pilastri e da colonne in cotto con capitelli cubici a spigoli smussati. Recentemente sono stati restaurati gli affreschi quattrocenteschi sulle pareti del chiostro, che "raccontano" episodi della vita di San Benedetto.
A fianco della chiesa si innalza il campanile romanico (1055-1075), una massiccia costruzione a pianta quadrata, la cui muratura è in ciottoli di fiume disposti a spina di pesce, intercalati da mattoni collocati orizzontalmente. La struttura è alleggerita da monofore e coronata da una cella campanaria aggiunta in seguito.

Come arrivare
Autostrada A4, uscita Biandrate, e da qui seguire le indicazioni per San Nazzaro Sesia (circa 4 Km).
L’Abbazia si trova al centro del paese.

domenica 22 aprile 2007

Abbazia di Chiaravalle (Milano)

Abbazia di Chiaravalle



Non molto lontana da Viboldone, il momento ideale per visitarla è il pomeriggio, quando il sole ne illumina la facciata, del XII secolo ma chiaramente rimaneggiata nel XVII secolo quando venne aggiunto il nartece in sostituzione dell’originale duecentesco, di cui si conservano le murature laterali.
L’interno è a croce latina, tre navate con transetto. Attirano subito lo sguardo le enormi colonne circolari affrescate ed il seicentesco coro ligneo della navata centrale.
Attualmente in fase di restauro gli affreschi della cupola a causa di infiltrazioni, sono però visibili quelli del transetto anche se decisamente poco illuminati. La seconda cappella del braccio sud ospitava originariamente il Cristo alla colonna del Bramante, oggi alla Pinacoteca di Brera.
In cima alla scala che porta al dormitorio, il cui accesso è però negato, si vede la Madonna della buonanotte, così chiamata per l’abitudine dei monaci di salutarla con un’Ave Maria prima del riposo.
Il chiostro duecentesco permette un’ottima visuale sulla torre detta Ciribiciaccola e vale la pena percorrerlo fino alle colonnine annodate (colonne ofitiche) sul lato nord-ovest.

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Abbazia di Viboldone (Milano)

Abbazia dei Santi Pietro e Paolo


Il momento ideale per fare una visita è la mattina, per poter apprezzare il momento in cui il sole illumina la splendida facciata in cotto accendendola di un colore fiammeggiante.
Di stile tra il romanico e il gotico, l’Abbazia, costruita tra il XII e il XIV secolo, incanta il visitatore ancora prima di scoprirne lo spettacolo degli affreschi al suo interno.
Della facciata colpiscono subito le due bifore “a vento”, che donano leggerezza al complesso, e il contrasto tra il colore rosso del cotto e il bianco del marmo.
Il portale di marmo bianco introduce in chiesa accogliendo il fedele con i santi Pietro e Paolo a cui è dedicata.
L’interno, a croce latina con tre navate e senza transetto, è sobrio ma allo stesso tempo sorprendente per gli affreschi che lo decorano. Tra di essi la Maestà sulla parete frontale del tiburio ed il Giudizio Universale che la fronteggia, visibile quindi solo a chi si trova nel tiburio mentre di norma, come nell’esempio grottesco della Cappella degli Scrovegni a Padova, lo si trova sulla parete della controfacciata, come monito per i fedeli.
Interessante la decorazione della quarta campata con le Storie della vita di Cristo e la Crocifissione.
Di notevole interesse è la Sala della Musica nell’edificio adiacente all’Abbazia, interamente decorato con strumenti musicali del periodo tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento.

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